Dal dopoguerra fino agli anni'70

Ultima modifica 25 maggio 2021

Nel dopoguerra si assistette alla ripresa economica, dapprima lenta e poi via via sempre più consistente, e il “miracolo italiano” portò migliori condizioni di vita anche a Rocca. Nonostante questo, ancora molte persone e famiglie decisero di tentare la fortuna in altre nazioni. E’ la terza ondata d’emigrazione, iniziata tra la fine dell’ottocento ed i primi del novecento.
Stati Uniti, Argentina, Australia, Venezuela sono i paesi che videro arrivare la maggior parte degli emigranti del dopoguerra, accolti in quelle terre lontane da amici e parenti che li aiutarono a superare le prime difficoltà e ad orientarsi in realtà così lontane da quella di Rocca. Ma il richiamo di una Rocca che resta nel cuore ha fatto sì che molti di loro, anche solo per le settimane estive, siano ritornati a vedere i cambiamenti del piccolo vecchio paese. Un emigrante illustre fu il Dott. Giuseppe Ollino, che nella seconda metà dell’Ottocento, fondò in California una cittadina, cui diede il nome Asti, ricca di fertili fattorie gestite da santacaterinesi.
Nel 1952 vennero installate nella Chiesa Parrocchiale le nuove campane, che sostituivano quelle requisite nel 1942, con decreto del governo Mussolini, per essere convertite in armi da guerra: alla cerimonia d’inaugurazione, tenuta il 26 ottobre alla presenza del Vescovo di Asti Monsignor Giacomo Cannonero, prese parte tutta la popolazione, con il Sindaco Lorenzo Masenga, Cadorna, e il Parroco Don Vincenzo Roero .
Arrivarono gli anni ’60, densi di cambiamenti anche per Rocca: si costruì la sede della Cassa di Risparmio e si progettò l’apertura di una casa di riposo per gli anziani del paese. Si assistette anche, però, ad un lento ma inesorabile spopolamento del paese: molti giovani si trasferirono in città, dove le prospettive lavorative erano migliori, determinando un calo della popolazione che passò dai 2144 abitanti del 1941 ai 1175 del 1961.
Il 25 settembre del 1960 venne inaugurata in regione Rio la Cantina Sociale di Rocca d’Arazzo e zone limitrofe. Molti agricoltori della zona divennero soci ed iniziarono a conferire alla Cantina parte del loro raccolto: si iniziò così a produrre ottimo barbera, grignolino e moscato, dai vitigni tipici che ricoprivano a quel tempo le colline sabbiose del territorio rocchese. La qualità del vino Barbera della Cantina di Rocca divenne talmente alta da ottenere il primo premio alla Douja d’Or nel 1970. Nel 1998 la Cantina aderì alla raccolta fondi per il restauro della Chiesa di Santo Stefano e Santa Libera, devolvendo all’iniziativa il 20% del ricavato della vendita del Barbera Asti DOC 1997 “Santostefano”. All’inizio del 2000, scarseggiando ormai la produzione di uve locali, i soci decisero di sciogliere la società e vendere a privati i locali della Cantina.
Sul finire del 1969 venne completato il restauro di Villa Cirincione, situata in zona Veterana, tra Rocca e Azzano. Quella che era la residenza di campagna della nobile famiglia Cirincione venne donata alla parrocchia di Rocca dal suo ultimo discendente, il conte Paolo Maria Cirincione Morozzo della Rocca, perché fosse adibita a pensionato ed asilo infantile. Le mutate condizioni sociali, dovute allo spopolamento, facevano sentire infatti più che mai urgente la necessità di offrire un ricovero agli anziani soli del paese. A gestire la struttura venne chiamato, per interessamento del parroco Don Celestino Bodda, per ventisette anni importante figura di riferimento per giovani ed anziani, un gruppetto di suore dell’Istituto del Sacro Cuore di Valsalice in Torino, tra cui l’amatissima Suor Ornella Valori, toscana d’origine, ma sepolta nel piccolo cimitero di Rocca.


Primi comizi per le elezioni del dopoguerra


Rocchesi emigrati ad Auckland


Rientro della famiglia Poggio Guido dall'Argentina


Leonardo Poggio sulla motonave Giulio Cesare


Il Sig. Vercillo,"Cirillo", apre un negozio di numismatica in Pennsylvania


Cartolina della cittadina di Asti in California


Le nuove campane per la Chiesa Parrocchiale


La Cassa di Risparmio di Asti


L'ex Cantina Sociale


La vendemmia


Giuseppe Delaude "Rucat" Presidente della Cantina


Ode alla Barbera


Depliant della Cantina Sociale


Etichetta sulle bottiglie di Barbera


Etichetta per l'edizione benefica a favore della Chiesa di Santo Stefano


Amministrazione comunale - Anni '60


L'amministrazione Comunale del 1961


Ospiti al Pensionato Paolo Maria Cirincione
In mezzo al gruppo, seduta, Donna Maria Cirincione con il cane Nadir
La prima in alto a destra è Suor Ornella


Don Celestino Bodda con le suore dell’Istituto del Sacro Cuore di Valsalice


Suor Ornella Valori


I Sindaci dal  dopoguerra ad oggi


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